La gatta va al lardo, non al largo.

Sono uno spirito libero, senza lingua nei peli e come prima cosa vorrei proprio chiarire questa cosa (ho ripetuto apposta la parola “cosa” perché amo essere ripetitivo, banale e scontato), i modi di dire non mi stanno molto simpatici da quando ho scoperto che la gatta non va al “largo” ma al “lardo”. Mi domando tante cose, per esempio, chi ci amerebbe se invece di mostrare i nostri migliori pregi, mostrassimo i nostri peggiori difetti? Le foto in cui son venuto male sono le migliori, le volte in cui ho ammesso di non capire sono state le uniche volte dove ho capito qualcosa, le volte in cui mi sono arrabbiato, ho urlato e ho guardato fisso negli occhi una persona sono state le uniche in cui mi sono sentito davvero me stesso. E fidati, spesso e volentieri non sei ciò che pensi, assolutamente. Ma diciamolo pure, la soluzione è dietro l’angolo! Basta solamente.. parlare. A me piace tanto parlare, poco. E’ molto bello sapere d’esser sarcastico ed ironico, un pizzico cinico, dieci ml di acidità, due cucchiaini di romanticismo e mezzo litro di vino.

Posso persino prendere per il culo me stesso senza che me ne renda conto. No?

Ma tornando a me, che come avrete intuito oltre ad essere ripetitivo sono anche egocentrico, e tornando sui miei difetti o pregi (fate voi, io non ne trovo alcuna differenza), dovremmo avere tutti un grandissimo bisogno di uochi tochi, di schede telefoniche al massimo per sentirci e di macchinette usa e getta per scattarci le foto migliori, con poca messa a fuoco e senza capirci nulla di fotografia. Creeremmo dei monsoni con lo sventolio di ricordi in quelle fotografie che prendono forma (in tutti i sensi) con l’entusiasmante scotolio (termine tecnico eh). Oltre ad essere difettosi, e pieni di cose che ci rendono unici dovremmo pure usare tecnologie obsolete e scadenti, solamente per il piacere di sentirci più umani.

No tranquillo, io sono a favore della moviola in campo, lo so che ti fa incazzare da morire subire gol in fuorigioco. (La moviola dovrebbe servire a quello no?)

Siamo tutti poeti, siamo tutti scrittori, tutti musicisti, tutti intenditori di ottima musica e di cibo, tutti esperti cultori del nostro corpo, tutti critici d’arte e filosofi, conosciamo il pensiero di chi è venuto prima di noi, sappiamo tutto, non ci manca niente. Frequentate tutti bei posti, avete tutti delle vite bellissime perché date vita a festini perfetti dove c’è la musica da urlo, la droga da urlo, l’alcool a fiumi, e basta. Siete perfetti perché sapete benissimo il tempo che farà domani, ci sarà molta pioggia, così non prendo la macchina, così evito di restare a piedi e sono tranquillo, non dovrò disturbare nessuno. Ed invece era proprio bello non sapere che tempo facesse il giorno dopo, prendere la macchina e restare in panne in una qualsiasi strada perché sarebbe arrivato sempre qualcuno ad aiutarti, prima col sorriso e poi con le sue pseudo capacità da meccanico, ti avrebbe offerto un caffè e ci avresti fatto un figlio come minimo. Si arricchivano i meccanici e tu avevi una famiglia bella e pronta. Ora invece gli unici ricchi sono quei nerd che creano cellulari con delle cose orrende che ti ricordano che domani piove. Non può piovere per sempre. Io per ventitre anni ho pensato che una gatta potesse arrivare a nuoto fino in alto mare e lasciarci lo zampino, era molto più semplice pensare che fosse ghiotta di lardo e ci lasciasse una bella zampata sopra, bastava fermarsi e pensare un attimo.

Che poi i gatti non sanno nuotare. E lo sapevo pure. Forse.

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Una risposta a La gatta va al lardo, non al largo.

  1. Alessandro ha detto:

    Grandissimo! Tante verità in così tanto sarcasmo ed ironia, il tuo blog è sempre una lettura piacevole!

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